l'isolotto di Santo Janni (video on VIMEO, 5'03'') di Maratea, seppur di ridotta estensione è conosciuto fin dall'antichità. Il commercio ittico degli antichi romani conosceva la rotta che attraversava il golfo. L'isolotto conserva ancora oggi i segni di tale interesse seppur non unico sito del golfo con tali caratteristiche (Cirella, Capo la Secca di Castrocucco e solo ipoteticamente Porto degli Infreschi). Due le ipotesi: vasche e peschiere utili o per la preparazione del garum (Paola Bottini) o più probabilmente per la preparazione e conservazione dei tonni (Fabrizio Mollo). Strabone indicava la rotta dei tonni ed Ateneo di Naucrati sosteneva che i migliori tonni erano quelli che passavano dalla Sicilia al Golfo di Policastro. Infatti a Cirella sono state ritrovate delle vasche con lische di tale specie (Fabrizio Mollo). Il pesce una volta pescato veniva tagliato a fette e sistemato sotto sale, in particolari anfore dalla bocca larga, per poi essere spedito verso Roma o...  I romani, amanti del garum, si rifornivano nel golfo ti tale prelibatezza? Certo è che nella zona si pesca ancora oggi il pesce azzurro (alici, sarde, sgombri, spatole o currie...) materia prima indispensabile per tale salsa. Salsa di interiora di pesci vari e spezie (tra cui il finocchio selvatico da cui dovrebbe derivare il nome stesso di Maratea).

Oggi è un'area SIC (Sito di Interesse Comunitario) comprendente sia l'isolotto che il tratto di mare tra la stessa e la costa (verso l'isolotto e punta o Isoletta della Matrella, punta avanzata verso mare del promontorio di Illicini). Un tratto di mare ricco di reperti che l'attività archeologica subacquea ha restituito negli anni:  molte ancore, anfore...  conservati nel museo marateota  Palazzo De Lieto. Tra le poche piante presenti è da riportare oltre alla presenza di "arbusti" di fico che non crescono molto per le condizioni ambientali, le piante di Lavatera arborea (Malva arborea, con fioritura biennale) dal bel fiore dalle tinte variegate dal rossa-rosso-viola al blu e le piantina rupicole alofile di Limonium sp. che vive tra gli scogli sopportando bene l'aerosol marino. Le praterie della pianta marina di Posidonia oceanica, grotte, scogliere ecc.. sono alcune delle peculiarità di questo tratto di costa. Sull'isolotto di Santo Janni esiste anche una lucertola dai tratti caratteristici: il "Drago di Santo Ianni" (Podarcis Sicula Paulae), dai colori bruno e blu. Il nome dell'Isola dovrebbe derivare dalla presenza di una Chiesetta (di cui esiste solo il rudere) di origine medievale (basiliana?) dedicata al culto di San Giovanni (Santo Janni).  Anche il culto di San Biagio (patrono di Maratea) ha vissuto un'importante tappa su quest'isolotto con la consegna delle reliquie del Santo (nel 732 d.C.) ai fedeli di Maratea. Quest'ultimo avvenimento è ricordato da una croce votiva in ferro issata nel 1932 recentemente caduta  ..Oggi (maggio.2015) è abitata anche da una colonia di Gabbiani reali che fanno la guardia ai propri piccoli non in grado di volare!

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