I - Il Golfo di Policastro ed il monachesimo italo-greco. Le eparchie monastiche Mercurion, Latinianon, Lagonegro (M.te Bulgheria/Cilento).

Dall'Egitto il monaco cristiano San Paconio (290-346), al termine del III sec, diede inizio ad un nuovo movimento spirituale-monacale che fu rielaborato in Cappadocia da San Basilio detto Magno (329-379) portando ai prodromi delle regole monastiche anche se nei suoi scritti (la "Grande Regola" e la "Piccola Regola") non furono istituite ma semplicemente anticipate almeno in primo momento. I monaci bizantini di cultura greca giunsero nelle attuali regioni dell'Italia meridionale (Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia) attraverso più fasi: a) come "cappellani dell'esercito" (guerra greco-gotica, 535-553); b) con la diaspora dei monaci a seguito della lotta iconoclasta (editto di Leone III del 726) ; c) per la pressione arabo-musulmana dalla Sicilia e dalle coste.

San Basilio suggerì una nuova organizzazione ai monaci mediante l'abbandono della vita monacale eremitica a favore di quella cenobitica. Attraverso il cenobio i monaci potevano, comunque all'interno della Chiesa Romana, aiutarsi e favorire un'azione sociale per i più bisognosi. L'eremo isolato e lontano nel territorio lasciò gradualmente il posto al cenobio, vicino ai centri abitati. La laura fu una fase intermedia, dove alcune celle (grotte o capanne) di monaci si organizzavano intorno ad una cappella comune. In queste fasi insediative il territorio alle spalle del golfo di Policastro rappresentò un'ideale possibilità per i monaci anche per la somiglianza alle terre d'origine. Zone di difficile accesso ma vicine a corsi d'acqua che erano vie tra costa ed interno. Era possibile l'insediamento isolato per l'assenza di centri urbani ma anche la coltivazione di piccole aree. Il Mercurion (Mercure-Lao) che era zona di confine tra Bizantini e Longobardi accolse i monaci in quei secoli di profonde trasformazioni offrendo l'occasione dell'affermarsi di una nuova ondata culturale italo-greca anche non essendo in un'area prettamente a controllo bizantino. Questa condizione arrivò anche più a nord, nel Cilento (probabilmente via Lagonegro-Lauria-Rivello-Trecchina ma doveva esistere anche una via costiera), grazie all'attività di monaci come San Nilo e San Fantino. I momenti dedicati alla preghiera alternati al lavoro, negli spazi cenobitici, portarono ad un'assistenza alle genti dei luoghi, inclusa la medicazione, ma anche all'inserimento di nuovi metodi colturali, meno arretrati, necessari per la sussistenza (colture principali dei monasteri: vite per vino, olivo per olio, grano, incluso la costruzione di mulini). Inoltre, furono veicolo per l'inserimento di altri abitanti. Erano attivi ed "itineranti", amanuensi anche raffinati (scuola calligrafica di Celle di Bulgheria, San Giovanni a Piro,..), alcuni di loro erano colti e generalmente riscuotevano ammirazione, sapevano relazionarsi con le persone di ogni rango tanto da realizzare una sorta di "colonizzazione monastica". Le chiese erano semplici, essenziali con a capo l'igumeno (il priore cattolico). L'arrivo dei monaci dall'oriente e la "contaminazione" culturale e spirituale si realizzò a seguito di vari accadimenti e, probabilmente, la fuga di loro dalla Sicilia, presa dagli Arabi nel IX sec, accompagnati anche da parte delle popolazioni, porterà alla costituzione di eparchie monastiche nel territorio di confine calabro-lucano-cilentano di Mercurion (Mercure-Lao), di Latinianum (Agri-Basento-Bradano) e di quelli ipotizzati di Lagonegro e di M.te Bulgheria/Cilento. L'influenza positiva nell'area della presenza dei monaci non fu ostacolata apertamente dai Normanni che diedero luogo ad una sorta di "latinizzazione" progressiva e sostitutiva solo alla loro morte. Questo processo portò alla crisi del modello che aveva realizzato la nuova Tebaide anche per le cadute motivazionali e spirituali di minor rigore di chi subentrò.

  Santa Maria del Cedro (CS): il Complesso di San Michele/Abatemarco (chiesetta di origine bizantina, castello ed "acquedotto" Normanni).

Badia di S.ta Maria di Pattano e la Chiesa di San Filadelfo
Gelbison Monte Sacro
Santuario Maria SS. di Pietrasanta
Policastro: cripta della Cattedrale (VI sec.d.C)
Abbazia di Sant'Angelo al Monte Rapano
Chiesetta di S.ta Maria di Mercuri
Policastro - Torri Medioevali e cinta muraria
Policastro - Torri Medioevali
Lauria, scultura di Ruggero di Lauria
Lauria, il castelllo Ruggero di Lauria
Lauria, Porta S. Antuono
Castello di Castrocucco
Castrocucco di Maratea, Castello e chiesa
Castrocucco di Maratea, Castello (torre ingresso)
Castello di Castrocucco, Torre
Castrocucco di Maratea, castello
Castrocucco di Maratea, vista verso la calabria dal castello
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
Castello di Castrocucco: Vista su Palazzo baronale e la Secca
Castrocucco di Maratea, vista verso il Cilento dal castello
Scalea, centro storico dai pressi torre di Giuda
Scalea, centro storico, archetti intrecciati
Scalea, castello normanno, centro storico
Papasidero, Ponte Rognosa (su vecchio tracciato medioevale)
S.ta Maria del Cedro - Castello San Michele
Santa Maria del Cedro, Castello dell'Abatemarco
Santa Maria del Cedro, Acquedotto normanno.



Visualizza presentazione